MOZART: Il figlio più famoso di Salisburgo
(1756, Salisburgo – 1791, Vienna)
La vita
Compositore nato a Salisburgo nel 1756, figlio del violinista Leopold e di Anna Maria Pertl, mostra fin da piccolo la sua predisposizione alla musica, così come la sorella Anna. Entrambi esprimono una tale e indiscutibile attitudine per le sette note, da indurre il padre a rinunciare a qualsiasi impegno professionale per dedicarsi a insegnare musica esclusivamente ai figli.
A quattro anni suona il violino e il cembalo, ed è ormai assodato che la sua prima composizione risale a qualcosa come solo due anni dopo. Conscio delle doti straordinarie del figlio, il padre porta Wolfang e la sorella, soprannominata Nannerl, in viaggio per l'Europa dove entrambi hanno modo di esibirsi nei salotti ma, soprattutto, di venire a contatto con i fermenti artistici che circolano in Europa.
L'infanzia di Mozart è un crescendo di episodi sbalorditivi.
Seguono gli studi a Salisburgo nel corso dei quali Amadeus compone la "Finta semplice", piccolo capolavoro teatrale di una mente che proprio nel teatro partorirà in età adulta le massime espressioni del genere. I viaggi, ad ogni modo, proseguono instancabili, tanto che finiranno per minare la sua già fragile salute. Bisogna, infatti, considerare, in primo luogo, che i viaggi dell'epoca si svolgevano su umide e pericolanti carrozze, che percorrevano fra l'altro strade dissestate e precarie. Nei suoi viaggi italiani conosce, a Bologna, padre Martini, mentre a Milano si avvicina alle composizioni di Sammartini; a Roma, invece, ascolta le polifonie ecclesiastiche; mentre a Napoli prende coscienza dello stile diffuso in Europa. In questo periodo fa allestire con successo "Mitridate, re di Ponto" e "L'Ascanio in Alba".
Torna a Salisburgo, al servizio dell'iroso arcivescovo Colloredo. Quest'ultimo, oltre ad essere sostanzialmente poco interessato alla musica non è affatto ben disposto nei confronti del compositore, tanto che lo lascia spesso viaggiare per toglierselo di torno. Viaggia dunque verso Parigi insieme alla madre (che muore proprio in quella città), toccando Mannheim, Strasburgo e Monaco e scontrandosi per la prima volta con insuccessi professionali e sentimentali. Deluso, torna a Salisburgo. Qui compone la bellissima "Messa dell'Incoronazione K 317" e l'opera "Idomeneo, re di Creta", molto ricca dal punto di vista del linguaggio e delle soluzioni sonore.
Sulla spinta del successo ottenuto, si libera dell'opprimente e antipatico arcivescovo Colloredo, dando inizio così a una carriera di musicista autonomo. Si può dire che è proprio con Mozart che il ruolo del musicista nella società comincia a svincolarsi dal servilismo che l'aveva sempre caratterizzato, anche se questo processo sarà portato al massimo compimento, e definitivamente, da Beethoven.
Non bisogna dimenticare, infatti, che all'epoca i compositori o i maestri di cappella, sedevano al tavolo insieme alla servitù ed erano perlopiù considerati dei semplici artigiani piuttosto che artisti nel senso moderno del termine. Anche in questo caso, sarà Beethoven a "riabilitare" con forza la categoria. Grazie alla nuova carriera, insomma, si stabilisce insieme alla neo sposa Costanze a Vienna, città ricca di fermenti ma culturalmente assai conservatrice, anche se attraversata dalle menti più innovatrici, contraddizione che sembra appartenere alla sostanza di questa città.
L'ultimo decennio della sua breve esistenza è per Mozart il più fecondo e foriero di immensi capolavori. I contatti con impresari e i pochi agganci con l'aristocrazia (favoriti dal successo dell'opera buffa "Ratto dal serraglio") gli permettono un'esistenza dignitosa.
Fondamentale è il suo incontro con il librettista Da Ponte che darà vita agli immortali capolavori teatrali conosciuti anche con il nome di "trilogia italiana" (chiamata in questo modo per via dei libretti appunto in lingua italiana), ossia "Le nozze di Figaro", "Don Giovanni" e "Così fan tutte".
Successivamente, compone altre due opere per teatro, il "Flauto magico" (in realtà un "Singspiel", ovvero un ibrido fra teatro cantato e recitato), considerato il momento di avvio del teatro tedesco e la "Clemenza di Tito", in realtà un passo indietro stilistico di Mozart, per venire incontro ai gusti retrivi del pubblico viennese.
Il 5 dicembre del 1791, all'una di notte, si spegne all'età di soli 35 anni una delle più alte espressioni dell'arte di tutti i tempi. A causa delle avverse disponibilità economiche i suoi resti verranno tumulati in una fossa comune e mai più ritrovati. Le cause della sua morte restano a tutt'oggi ancora non ben chiarite.
Le opere
Genio precoce. Non si sa molto dei primissimi anni di vita di Mozart. È, però, certo che egli venne a contatto con la musica assai presto. Quando, infatti, il padre cominciò ad impartire alla sorella di otto anni le prime lezioni di clavicembalo, il piccolo Wolfgang, che di anni ne aveva tre, dimostrò immediatamente uno spiccato interesse per la musica. Il bimbo, infatti, amava trascorrere ore intere a strimpellare sulla tastiera. Tra il 1763 e il 1766, la famiglia Mozart viaggiò per l'Europa. Tra le tappe: Monaco di Baviera, Francoforte, Bruxelles, Parigi, Londra, dove, al suo primo concerto pubblico, Wolfgang Amadeus fu affiancato da esecutori allora di grande fama, come l'italiano Giovanni Battista Cirri.
Mozart in Italia. Dal 1769 al 1773 Wolfgang viaggiò con il padre per l'Italia, in varie riprese, soggiornando a Milano, Verona, Venezia, Bologna, Roma e Napoli. I soggiorni milanesi diventeranno un’importante esperienza formativa: Mozart rimarrà a Milano complessivamente per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini e forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti). Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarvi più volte. Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rondò che scriverà più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornerà a Milano per rappresentare le sue opere liriche. Un altro importante soggiorno fu quello di Bologna (in due riprese, da marzo ad ottobre 1770). Ospite del conte Gian Luca Pallavicini, ebbe l'opportunità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini e Josef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini). A Parma ebbe l'occasione di assistere ad un concerto privato della celebre soprano Lucrezia Agujari, detta La Bastardella. Amadeus prese lezioni di contrappunto da padre Martini e sostenne l'esame per l'aggregazione all'Accademia Filarmonica di Bologna (allora titolo ambitissimo dai musicisti europei). Il difficile e rigido esame dell'ancora giovane Mozart non fu particolarmente brillante. A Roma Mozart fornisce una straordinaria prova del suo genio: ascolta nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri e riesce nell'impresa di trascriverlo interamente a memoria dopo solo due ascolti. Si tratta di una composizione a nove voci, apprezzata a tal punto da essere proprietà esclusiva della Cappella pontificia, tanto da essere intimata la scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle mura vaticane. L'impresa ha i caratteri dello sbalorditivo, se si pensa all'età del giovanissimo compositore e all’incredibile capacità mnemonica nel ricordare un brano che riassume nel proprio finale ben nove parti vocali. Dopo tale impresa i salisburghesi si recarono a Napoli, dove soggiornarono per sei settimane e dove la proverbiale scaramanzia partenopea additava all'anello che portava il compositore al dito la genesi delle sue incredibili capacità musicali, tanto da costringerlo a toglierselo. Durante il viaggio di ritorno verso casa fece sosta a Roma, dove Papa Clemente XIV gli conferì lo Speron d'oro. A marzo del 1771 i Mozart tornarono a Salisburgo dove vi rimarranno fino ad agosto, quando ripartiranno per un secondo viaggio in Italia, di quattro mesi. A Milano in Ottobre viene rappresentata l'opera Ascanio in Alba per celebrare le nozze dell'arciduca Ferdinando d'Austria con la principessa Maria Beatrice Ricciarda d'Este di Modena. Il terzo e ultimo viaggio in Italia durò dall'ottobre del 1772 fino al marzo del 1773, periodo in cui di rilievo è la composizione e la rappresentazione dell'opera Lucio Silla a Milano. Dopo un iniziale insuccesso, questa opera seria divenne ancora più rappresentata e apprezzata della precedente e applaudita Mitridate re del Ponto, scritta e diretta dallo stesso Mozart per la stessa città nel 1770.
Malattia e morte. L’idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch'esse in ugual misura. Al contrario qualche erudito suo contemporaneo sottolineò come Mozart nell'ultimo anno fosse di buon umore e che la morte giunse inattesa anche per gli amici e la famiglia stessa. La tomba di Mozart rimane ignota; la sua musica è il suo monumento. Anche l'effettiva causa del decesso di Mozart rimane incerta: la pratica terapeutica del salasso, all'epoca diffusa, è menzionata come concausa della morte. Mozart spirò nella notte del 5 dicembre 1791, poco prima dell'una, mentre stava lavorando alla sua ultima composizione: il Requiem. Al giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart, fu affidato il compito di completare il Requiem. Non fu il solo compositore al quale fu affidato tale incarico, ma è collegato ad esso più di altri a causa del suo rilevante contributo. Secondo la leggenda, Mozart morì squattrinato e dimenticato da tutti e fu seppellito in una tomba per poveri, ossia una fossa comune. In realtà, sebbene a Vienna non fosse ormai più “sulla cresta dell’onda”, continuò ad avere un lavoro ben pagato a corte e a ricevere consistenti commesse dalle più disparate parti d’Europa, ma resta la sua inclinazione a spendere più di quanto guadagnasse. E’ certo, però, che il successo da cui era stato baciatissimo come enfant prodige, negli ultimi anni gli aveva voltato le spalle. Non fu seppellito in una fossa comune, com’è stato detto o scritto, ma in una normale tomba comunale conformemente alla normativa del 1783. Anche se al cimitero di St. Marx la tomba originaria è andata perduta, in corrispondenza della sepoltura e nel Zentralfriedhof sono state collocate lapidi commemorative
L’opera mozartiana
Durante la sua breve vita Mozart ha composto ben 626 opere: la prima all’età di soli 5 anni, l’ultima poco prima della sua morte. Questa prestazione straordinaria non era solo il risultato del suo particolare zelo ma risultava anche dalla sua abilità di riuscire a comporre mentre era occupato con tutt’altro – ad esempio mentre era dedito alla sua passione del gioco del biliardo. Mozart non si è limitato a comporre tantissime opere – ha creato anche uno stile proprio e inconfondibile. Le opere e i Singspiele fanno parte dei capolavori più famosi di Mozart. Complessivamente, nel corso di 25 anni, ne compose ben 20, cinque delle quali sono fra le più popolari in assoluto: "Il flauto magico" (1791) composto nel suo ultimo anno di vita; "Le nozze di Figaro" (1786), "Don Giovanni" (1787) e "Così fan tutte" (1790), tutte e tre le opere con il libretto di Lorenzo da Ponte; e il Singspiel di ispirazione orientaleggiante "Il ratto dal serraglio" (1782). Anche le opere rappresentate più raramente, come l’"Idomeneo" (1781) e "La clemenza di Tito" (1791) sono ugualmente note al pubblico meno specializzato in materia. "Bastiano e Bastianetta", il Singspiel composto all’età di soli 12 anni, è un primo vero capolavoro. Mozart compose anche decine di sinfonie, le più eseguite nelle sale da concerto sono la "Sinfonia di Haffner (K. 385), la "Sinfonia di Praga" (K. 504) e la "Sinfonia Jupiter" (K. 551). Fra le numerose musiche da camera va menzionata la "Piccola serenata notturna", una delle sue composizioni più incantevoli e sicuramente più celebri. Mozart compose inoltre anche concerti per pianoforte e per violino ed un unico concerto per clarinetto assolutamente impressionante. Scrisse anche una decina di messe, fra cui la "Messa dell’incoronazione", e umerosi Lieder. Il suo "Requiem", composto in fin di vita, fu portato a termine dal suo allievo Franz Xaver Süßmayr: si tratta della composizione più commovente di Mozart, commissionata da un nobile che voleva farla passare per una creazione propria – cosa che fece anche in un primo tempo. La prima numerazione delle opere di Mozart risale a lui stesso. Successivamente il catalogo completo fu compilato da L. von Köchel: uscì nel 1862 con la definizione di "Catalogo cronologico-tematico di tutte le composizioni musicali di Wolfgang Amadeus Mozart", in cui le opere recano la sigla KV oppure K.
Alcune note per capire meglio Mozart
Pur avendo avuto una vita breve, è stato di una grande fecondità artistica. In un epoca in cui equilibrio, rigore, misura era tenuto in massima considerazione nella composizione come in altre arti, Mozart era considerato un compositore classico: fu invece rivoluzionario per certe scelte musicali che influenzeranno i musicisti successivi.
Di famiglia colta e di buon livello musicale, il padre ebbe modo di accorgersi del talento musicale del figlio, e che si riveleranno nella sua precocità in alcuni episodi, intravvedendo così la possibilità di mettere a frutto il talento del figlio e poter sistemare economicamente tutta la famiglia. Con questo obiettivo cominciano i tanti viaggi della famiglia Mozart che lo porteranno per tutta l’Europa.
Consideriamo cos’era un viaggio a quell’epoca: con i mezzi di trasporto di allora, con i pericoli, con il tipo di strade, oltre che un grande impegno economico e di tempo! Un dato che ci aiuta a capire quello che è stato la prima parte della vita di Mozart: è vissuto per 35 anni, e ne ha passati in viaggi 10 anni-8 mesi e 2 giorni!
L’impegno economico è stato affrontato con la quasi certezza che poteva rientrare, anche raddoppiato, con le esibizioni nelle corti e in palazzi appositamente organizzati a pagamento. Infatti si era tanta propagata la fama di questo fenomeno che, in tutta Europa, si faceva a gara ad accoglierlo: e questi avvenimenti erano sapientemente “sfruttati”, economicamente, dal padre.
Mozart era un fenomeno non solo nell’eseguire ma anche nello scrivere musica: di ottima qualità e tanta! Queste produzioni vanno sotto il nome di divertimenti e sono come tanti “omaggi” , “dediche”, appunto "divertimenti"!.
Uno dei viaggi più importanti per la sua produzione è quello che farà a Parigi perché gli da la possibilità di toccare diversi generi musicali.
A Mannheim rimase colpito dalla bravura dell’orchestra: era la prima orchestra di “professionisti”, cosa unica a quei tempi! cioè persone che facendo solo quel lavoro si erano perfezionati ognuno nel proprio strumento da suscitare l’ammirazione di Mozart tanto da voler scrivere un’opera appositamente per arpa, flauto e orchestra.
Negli ultimi anni della vita ha dovuto subire un certo abbandono da parte del pubblico che non riusciva più a seguirlo nelle sue proposte musicali, a capire la sua musica perché questa era…troppo avanti! E questo lo ha portato ad una situazione di una certa indigenza.