top of page

Seguì poi, a partire dal 1475 e per più di tre secoli, una dominazione turca-ottomana.

Dopo diverse guerre, con il Trattato di Iassy del 1792 la Crimea entrò definitivamente a far parte dell'impero russo prima e di quello sovietico poi, fino al suo dissolvimento.

Nel frattempo, con la nascita delle repubbliche ex-sovietiche, la Crimea fece parte di quella Ucraina. Ma le tensioni sfociate in azioni di guerra negli ultimi mesi hanno origini all’epoca di Krusciov, che nel 1954 donò’ la Crimea  alla RSS Ucraina in segno di riconoscimento per commemorare il 300º anniversario del trattato di Perejaslav tra i cosacchi ucraini e la Russia. La decisione del leader sovietico è stata permanentemente osteggiata da gran parte della popolazione di origine russa ed è stata, ed è, causa di tensioni  tra Russia e Ucraina.

Dopo il collasso dell'Unione Sovietica del dicembre 1991, la Crimea proclamò l'autogoverno il 5 maggio 1992, ma in seguito accettò di rimanere all'interno dell'Ucraina come repubblica autonoma.

L'importante città di Sebastopoli, base navale storica della flotta del Mar Nero, si trova all'interno della repubblica, ma ha goduto di uno statuto di municipalità speciale in Ucraina.

 

La presenza di popolazioni italiane in Crimea ha una lunga storia che rimonta ai tempi della Repubblica di Genova e di Venezia.

Un flusso migratorio italiano giunse a Kerč' all'inizio dell'Ottocento. Nel 1820 in città abitavano circa 30 famiglie italiane provenienti da varie regioni. Il porto di Kerč' era regolarmente frequentato da navi italiane ed era stato aperto anche un consolato del Regno di Sardegna. Uno dei viceconsoli, Antonio Felice Garibaldi, era lo zio di Giuseppe Garibaldi.

Fra il 1820 e la fine del secolo giunsero in Crimea, nel territorio di Kerč', emigranti italiani provenienti soprattutto dalle località pugliesi di Trani, Bisceglie e Molfetta, allettati dalla promessa di buoni guadagni e dalla fertilità delle terre e dalla pescosità dei mari. Erano soprattutto agricoltori, uomini di mare (pescatori, commercianti, capitani di lungo corso) ed addetti alla cantieristica navale. La città di Kerč si trova infatti sull'omonimo stretto che collega il Mar Nero col Mar d'Azov. Ben presto si aggiunse un'emigrazione più qualificata, con architetti, notai, medici, ingegneri e artisti.

Nel 1840 gli italiani - tutti cattolici in una zona prevalentemente ortodossa con una minoranza musulmana  - progettarono e costruirono a loro spese una chiesa cattolica, detta ancora oggi "la chiesa degli Italiani". All'inizio del Novecento la chiesa aveva un parroco italiano, poi cacciato durante il comunismo.

Gli Italiani si diffusero anche a Feodosia (l'antica colonia genovese  di Caffa ), Simferopoli, Odessa, Mariupol e in alcuni altri porti russi e ucraini del Mar Nero, soprattutto a Novorossijsk e Batumi.

Alla vigilia della prima guerra mondiale a Kerč c'era una scuola elementare italiana, una biblioteca, una sala riunioni, un club e una società cooperativa, tutti luoghi d'incontro per la nostra comunità che era molto unita e che in pochi decenni era diventata una delle più agiate della città. Il giornale locale Kerčenskij Rabocij in quel periodo pubblicava regolarmente articoli in lingua italiana.

Infine, tra il 1935 e il 1938, le purghe staliniane fecero sparire nel nulla molti italiani, arrestati con l'accusa formale di spionaggio in favore dell'Italia e di attività controrivoluzionarie. Nel 1942, a causa dell'avanzamento della Wehrmacht in Ucraina e in Crimea, le minoranze nazionali presenti sul territorio finirono deportate con l'accusa di collaborazionismo. 

 

Italiani di Crimea oggi

La popolazione degli italiani di Crimea ammonta oggi a circa cinquecento persone, anche se un censimento vero e proprio non è mai stato fatto. La maggior parte di loro risiede a Kerč, dove nel 2008 è stata costituita l'associazione "C.E.R.K.I.O." (Comunità degli Emigrati in Regione di Krimea - Italiani di Origine, presieduta da Giulia Giacchetti Boico), i cui obiettivi sono: la salvaguardia e la promozione della conoscenza della lingua e della cultura italiana, attraverso corsi tenuti a titolo gratuito dagli stessi associati; presso la sede dell'associazione è stata anche allestita una biblioteca di volumi in italiano giunti in dono dall'Italia, si proiettano film in italiano e si tengono corsi di cucina italiana [3][4];il riconoscimento da parte delle autorità ucraine dello status di minoranza perseguitata e deportata, sia per ristabilire la verità storica sia per poter usufruire di alcuni vantaggi di tipo economico riservati alle vittime del comunismo; il consolidamento dei rapporti istituzionali con l'Italia, avviati solo di recente; la ricostruzione dell'albero genealogico degli italiani di Crimea, reso estremamente difficoltoso dal fatto che quando fu attuata la deportazione a tutti gli italiani vennero sequestrati i documenti di identità e molti dei superstiti, pur parlando italiano, sono impossibilitati a dimostrare le proprie origini.

La CRIMEA: perla contesa del Mar Nero

 

La penisola della Crimea, che purtroppo in questi ultimi mesi è cronaca di tragici avvenimenti di guerra, è l’oggetto del nostro incontro.

Da un punto di vista geografico è una regione un po’ a sé stante, anche se come territorio fa parte del Mediterraneo.

La sua conformazione, a grandi linee, può essere suddivisa in tre zone: stepposa nella quasi totalità centro NEO; montuosa in quella centro SE; e rivierasca nella striscia SE. (vedi cartina)

Storicamente gli Sciti dominavano l'area settentrionale della Crimea; e a partire dal VI secolo a.C., i Greci fondarono diverse colonie sulle coste della penisola che chiamavano Tauride. I Dori fondarono Chersonesus, presso l'odierna Sebastopoli; mentre gli Ioni di Mileto fondarono sull'estremità orientale della penisola Teodosia, Panticapeo, nonché altre città.

 

Dal 63 a.C. entrano in scena i Romani, che con alterne vicende, vi rimangono sino alla fine dell’impero bizantino, nel dodicesimo secolo.

Vi fu poi un periodo diciamo ‘italiano’: prima Venezia, ma subito Genova la soppiantò e per un paio di secoli la presenza italiana fu predominante, in particolare in tutta quella zona oggi considerata turistica: infatti commercialmente era una  cerniera tra l’est asiatico e l’Europa. 

bottom of page