Puccini ha caratteristiche che non lo fanno appartenere ad una corrente in particolare, ma spazia tra Romanticismo, Verismo e Postverismo.
Perché Puccini? Perché ricorre (proprio fra qualche giorno, 29 novembre) 90 anni dalla sua morte (1924-2014). Intanto vogliamo ricordare i suoi ultimi terribili, dolorosi giorni: a causa di un tumore alla gola fu deciso di operarlo a Bruxelles. Cercarono di asportare (senza riuscirci) il tumore, e dopo qualche giorno, tra spasmi e dolori indicibili, il Maestro muore. (Inserire la lettera del Magrini sugli ultimi giorni di Puccini).
Si sapeva della sua malattia, ma non si aspettava che potesse stroncarlo in poco tempo: Puccini stesso non reputava che fosse tanto grave la situazione e la fine così vicina; tanto è vero che si era portato tutto l’occorrente per completare la Turandot. L’opera fu poi ultimata da F. Alfano, sulla base delle partiture abbozzate dal Maestro, e diretta nel 1930 alla Scala da Toscanini, il quale, arrivato all’ultima nota scritta dal Puccini, si girò verso il pubblico ed esclamò: “Qui l’opera finisce, perché il Maestro è morto!”.
Non possiamo parlare, a questo punto del tormentato rapporto Puccini-Toscanini, soprattutto per le loro divergenti idee politiche, commerciali nonché interventiste.
Puccini era pro Austria/Germania, sia perché ammiratore di Wagner ma anche per un motivo molto pratico: perché in questi paesi le sue opere trovavano grande sbocco commerciale e quindi gli procuravano consistenti guadagni.
Toscanini invece era, diciamo così, pro-Francia; e quando Puccini si rifiutò di firmare un manifesto di condanna e di protesta contro l’attacco e il bombardamento tedesco di Reims, Toscanini ebbe a dire che se avesse incontrato il Puccini gli avrebbe fatto una faccia di schiaffi! E Puccini per tutta risposta “dite a Toscanini che lui può dirigere solo il Falstaff, perché quello solo conosce”!
Ma nonostante questi screzi, magari oggi diremmo “pubblicitari”, Toscanini diresse tutte le prime delle opere di Puccini, eccezion fatta per la prima opera, le Villi, e per il Trittico!
PUCCINI: tra Romanticismo e Verismo
Breve riassunto delle maggiori opere del Puccini.
MANON LESCAUT
Ambientato principalmente in Francia e, nel finale, in Louisiana, agli inizi del XVIII secolo. E’ la storia del Cavaliere Des Grieux e della sua amante Manon Lescaut. I giovani amanti si stabiliscono a Parigi, dove Des Grieux cerca di soddisfare, non riuscendoci, le abitudini lussuose di Manon, che non sopporta di vivere nella miseria. Perciò lascia il giovane De Grieux e accetta di andare a vivere dal ricco e vecchio Geronte. Ma nel tempo rimpiange il giovane cavaliere: i due amanti si ritrovano ma al culmine del loro incontro passionale vengono colti in flagranza e fatti imprigionare. Ma, mentre Des Grieux riesce a salvarsi grazie all'intervento del padre, Manon viene condannata all'espatrio in America. Des Grieux cerca di salvarla, ma non può far altro che seguirla fino a New Orleans. In America, riescono a vivere in pace per un certo periodo di tempo, tantoche Des Grieux vuole prenderla in moglie; ma il governatore invece vuole darla in sposa a suo nipote, Synnelet, innamorato di lei. Des Grieux sfida a duello Synnelet e, pensando di averlo ucciso, decide di scappare da New Orleans con Manon. I due amanti si avventurano nelle regioni selvagge della Louisiana, sperando di raggiungere un insediamento inglese, ma Manon muore per la fatica e gli stenti. Dopo aver sepolto Manon, Des Grieux decide di tornare in Francia con il fedele amico Tiberzio.
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Le Villi, libretto di Ferdinando Fontana in 1 atto: prima rappresentazione al Teatro Dal Verme di Milano, 31/5/1884.
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Edgar, libretto di Ferdinando Fontana in 4 atti: prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano, 21/4/1889.
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Manon Lescaut, libretto di Luigi Illica, Marco Praga, Domenico Oliva: prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino, 1/2/1893.
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La bohème, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa: prima rappresentazione al Teatro Regio di Torino, 1/2/1896.
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Tosca, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa: prima rappresentazione al Teatro Costanzi di Roma, 14/1/1900.
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Madama Butterfly, libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa in 2 atti e 2 quadri: prima rappresenta-zione al Teatro alla Scala di Milano, 17/2/1904.
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La fanciulla del West, libretto di Guelfo Civinini e Carlo Zangarini: prima rappresentazione al Metropolitan Opera di New York, 10 /12/1910.
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La rondine, libretto di Giuseppe Adami: prima rappresentazione all'Opéra di Monte Carlo, 27/3/1917.
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Il trittico: (Il tabarro, libretto di Giuseppe Adami, Suor Angelica, Gianni Schicchi, libretto di Giovacchino Forzano): prima rappresentazione al Metropolitan di New York, 14 /12/1918.
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Turandot, libretto di Renato Simoni e Giuseppe Adami (incompiuta alla morte di Puccini, completata da Franco Alfano): prima rappresentazione al Teatro alla Scala di Milano il 25/4/1926 e diretta da Arturo Toscanini
Le maggiori opere di Giacomo Puccini
LA BOHEME
I protagonisti dell’opera sono quattro giovani amici dediti a una vita di Bohème: il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il filosofo Colline e il musicista Schaunard. La vigilia di Natale, Rodolfo rimane solo quando alla porta della soffitta bussa una donna. È Mimì, giovine vicina di casa. Comincerà tra i due un animato dialogo che li porterà a scavare nelle loro vite e ad un passo dal dichiararsi reciproco amore. L’idillio dei due giovani viene interrotto dal ritorno dei due amici, la scena a questo punto si sposta al caffè Momùs. Lì compare anche Musetta, una vecchia fiamma di Marcello accompagnata dal ricco Alcindoro. Dopo una serie di smancerie la donna riuscirà a catturare l’attenzione di Marcello e ad andare via con lui. A seguito di un lungo periodo trascorso insieme, Marcello e Musetta, dopo l’ennesima e furiosa lite si separano. Anche per Rodolfo e Mimì la vita insieme si è dimostrata impossibile. Per di più Rodolfo ha capito che Mimì è gravemente malata e che la vita nella soffitta potrebbe pregiudicarne ancor di più la salute. Ormai separati dalle amanti, Marcello e Rodolfo si confidano le loro sofferenze. Colline e Schaunard li raggiungono nella soffitta. Sopraggiunge anche Musetta accompagna da Mimì, ormai vicina alla fine. Qui, ricordando i giorni del loro amore, Mimì si spegne circondata dal calore degli amici e dell'amato, Rodolfo si rende conto che è finita e abbraccia straziato l'amata.
TURANDOT
In Cina, in un mitico "tempo delle favole", viveva una bellissima e solitaria principessa (Turandot), nella quale albergava lo spirito di una sua antenata violentata e uccisa. Da ciò nasceva l'orrore di Turandot per gli uomini.
Il popolo di Pechino e l'Imperatore suo padre (Altoum) le fanno però pressione affinché si sposi. Ella alla fine accetta di sposare solamente il giovane nobile che sarà in grado di sciogliere i tre enigmi da lei proposti: se fallirà, però, morirà. L'opera si apre con l'ennesima testa che cade, quella del giovane Principe di Persia. Tra la folla è presente in quel momento Calaf, principe tartaro spodestato, che non riesce a resistere alla bellezza di Turandot e decide di provare a risolvere gli enigmi. Fra la folla ritrova il vecchio padre (Timur) e la fedele schiava Liù (da tempo segretamente innamorata di Calaf) che tentano inutilmente di fargli cambiare idea. Calaf si ritrova faccia a faccia con la "bella di ghiaccio" di cui riesce a risolvere tutti e tre gli enigmi. Turandot è ovviamente disperata e Calef le propone a sua volta un enigma: se prima dell'alba la Principessa riuscirà a scoprire il suo nome, egli morirà. Altrimenti diventerà il suo sposo. Turandot, riesce a rintracciare Timur e Liù, ma entrambi taceranno, anzi, Liù sentendo di non poter resistere alle torture a cui la stanno sottoponendo, si suicida. Alla fine sarà lo stesso Calaf a rivelare alla principessa il proprio nome, ma solo dopo essere riuscito a darle un bacio appassionato. Bacio che sconvolgerà nell'intimo Turandot, la quale andrà con Calaf davanti all'imperatore suo padre ed al popolo, annuncerà trionfante di aver finalmente scoperto il nome dello straniero: Il suo nome è "Amor".
MADAME BUTTERFLY
Durante il soggiorno a Nagasaki, Pinkerton, Ufficiale della Marina Americana (tenore), sposa la geisha quindicenne Cio-cio-san (soprano). Il matrimonio per l'americano è solo un gioco, fatto per vanità e spirito d'avventura, diversamente da Butterfly, la quale si è innamorata di lui tanto da rinnegare fede e famiglia.
Poco dopo l'Ufficiale ritorna in America e non manda più sue notizie per tre anni. Butterfly però, forte di un amore ardente e tenace, aspetta il suo ritorno "con sicura fede" e, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato dal breve matrimonio, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato, rifiutando le proposte dei pretendenti, trascorrendo la vita quasi in miseria, aiutata dalla fedele Suzuki. Per toglierle ogni illusione, il Console Sharpless (baritono) si reca da Butterfly per leggerle la lettera ricevuta da Pinkerton in cui egli annuncia il suo ritorno con la moglie americana Kate. La lettura però è continuamente interrotta da Cio-cio-san che, ingenuamente, crede che il marito torni da lei. All'improvviso un colpo di cannone annuncia l'arrivo di una nave da guerra nel porto: è la nave di Pinkerton. Purtroppo le cose si rivelano presto ben diverse da come Butterfly sperava: Pinkerton e la moglie sono tornati per portare il bambino via con loro. Di fronte all'evidenza dei fatti Butterfly comprende la sua grande illusione, la felicità sognata accanto all'uomo amato è svanita del tutto e decide quindi di scomparire dalla scena del mondo. In silenzio, senza clamore, dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si immerge un pugnale nel petto facendo Harakiri. Quando Pinkerton, sconvolto dal rimorso, entrerà nella casa di Butterfly per chiederle perdono, sarà troppo tardi: la piccola geisha ha terminato di soffrire.
TOSCA
Tosca è un'opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. E' una breve storia d'amore e di morte. Nella Roma del 1800 dopo il fallimento della Repubblica Romana, quando lo Stato Pontificio sta catturando i rappresentanti ed i sostenitori della Repubblica, le vite del pittore Mario Cavaradossi e della sua amante Tosca, incrociano Cesare Angelotti, patriota fuggito dalle carceri del Papa. Sulle tracce del fuggiasco c'è il capo della polizia pontificia, barone Scampia che, innamorato di Tosca, approfitta della situazione per conquistare la donna. L'opera drammatica finisce come deve finire una tragedia: muore il fuggiasco, muore il cattivo Scampia per mano di Tosca, muore il pittore ed infine muore Tosca suicida.