Il matrimonio con Ottavio Farnese
La condizione di vedova di Margherita convinse Paolo III, nel 1538, a chiedere la sua mano per il nipote Ottavio, figlio di Pier Luigi Farnese e duca ereditiero di Castro. Ma Margherita, allora diciassettenne, dopo essere stata duchessa di Firenze, aspirava a ben altro che a sposare Ottavio che aveva solo quindici anni. Margherita non amava Ottavio Farnese e non lo riteneva degno dei suoi natali, anche se il papa cercava di accumulare su di lui onori, cariche e ricchezze. Dovendo, tuttavia, cedere per ragioni di Stato, si presentò a Roma vestita di nero palesando a tutti che tale imposizione non le piaceva.
Il matrimonio fu celebrato il 4 novembre nella Cappella Sistina alla presenza del papa Paolo III, che si adoperò affinché alcuni beni di proprietà di Alessandro de’ Medici (tra i quali Villa Madama, che da lei prese il nome) fossero affidati a lei. L’unione non si rivelò, comunque, felice, sia a causa di Margherita che cercò in tutte le maniere di non consumare il matrimonio e che sognava continuamente la corte medicea, sia a causa della scarsa comprensione e della mancanza di delicatezza di Ottavio, che conduceva una vita non degna di un nipote del papa.
Con la nascita di Carlo ed Alessandro (27 agosto 1545) subentrò, con Ottavio, una intesa amichevole e comprensiva, almeno a livello di facciata, di immagine.
Durante la guerra di Parma combattuta tra Ottavio, alleato del re di Francia, ed il papa, alleato di Carlo V, Margherita restò sempre presente in città, come presenza di conforto per i parmensi. Dopo la guerra, l’imperatore, sentendo la morte avvicinarsi, raccomandò Margherita al fratellastro Filippo II di Spagna, che attuò una politica di avvicinamento al duca di Parma. Tra gli accordi che furono presi ci fu la clausola che il figlio Alessandro doveva essere posto sotto la tutela del re di Spagna. Nel 1556 Margherita in persona accompagnò Alessandro a Bruxelles, dove si trovava Filippo II.
Margherita d'Austria
Margherita d'Austria, (Oudenaarde, 28 dicembre 1522 – Ortona, 18 gennaio 1586), era figlia naturale dell'imperatore Carlo V. Fu Duchessa di Firenze, duchessa di Parma e Piacenza e governatrice dei Paesi Bassi spagnoli (1559-1567).
La gioventù e il primo matrimonio
Margherita nacque ad Oudenaarde, nelle Fiandre, dall’imperatore Carlo V e da Giovanna Van der Gheynst, figlia di un lavorante di arazzi. Fu battezzata nella Chiesa di Nostra Signora di Pamele e cresciuta a Bruxelles, sotto la supervisione di Margherita d'Asburgo, governatrice dei Paesi Bassi e di Maria d'Ungheria ex regina d'Ungheria, zia e sorella di Carlo V. Fu legittimata dal padre ed educata secondo i dettami previsti dal suo rango. Figlia naturale dell’imperatore, fu comunque considerata una Asburgo da educare accuratamente, perché potenziale strumento della strategia matrimoniale che ispirava i calcolati movimenti della politica imperiale. Già nel 1526 Margherita fu oggetto di un’ipotesi, presto tramontata, di unione con Ercole d’Este nel tentativo di arginare le propensioni filofrancesi della corte ferrarese.
L'imperatore Carlo V con la sua amante Johanna van der Gheynst alla nascita della loro figlia, Margherita, dipinto di Theodore Joseph Canneel.
Stemma di Carlo V
Monarchia spagnola
Casa d'Asburgo
Nell'anno 1529 Carlo V la riconobbe come sua figlia; e nel 1533 ebbe in dote dal padre il Ducato di Penne, Pianella, Campli, Leonessa, Cittaducale, Montereale (che in seguito formarono gli Stati Farnesiani d'Abruzzo di cui Penne era capitale), Castellammare di Stabia, Altamura e la Signoria di Roccaguglielma (situati nel Regno di Napoli).
In un’epoca caratterizzata da guerre politiche e di religione che infiammavano l’intero continente, essa divenne una pedina fondamentale nel gioco delle alleanze. Fu promessa ad Alessandro de' Medici, duca di Firenze, che per poterla sposare dovette attendere ancora qualche anno. Il loro matrimonio, celebrato a Napoli il 18 gennaio 1536, non fu felice a causa del carattere e della sregolatezza del marito. Comunque, nel 1537 Alessandro fu assassinato dal cugino Lorenzino de' Medici e così Margherita fu nuovamente libera.
Governatrice dei Paesi Bassi
Nel 1559, Filippo II la nominò governatrice dei Paesi Bassi, che erano in rivolta contro la dominazione spagnola. Margherita partì da Piacenza il 25 maggio tra le acclamazioni della folla. Quando giunse a Gand il re la presentò agli Stati Generali e le conferì pieni poteri. Cercò una mediazione per evitare che scoppiasse una rivolta, mitigando la politica anticalvinista che portava avanti Filippo II, con la speranza di avvicinare gli elementi più moderati della società fiamminga all'autorità reale e si arrivò così a ristabilire l’autorità reale e il culto cattolico. Tuttavia nel 1568 si rassegnò a chiedere il termine del mandato a causa dei contrasti col fratello e soprattutto per la politica aggressiva del nuovo inviato di Filippo, il duca d'Alba, che la sostituì nel governo delle Province Unite.
Fece così ritorno in Italia per stabilirsi nei suoi feudi abruzzesi che cominciò ad amministrare direttamente. In Abruzzo soggiornò ora a Campli ora a Penne, ora a Leonessa, soprattutto a Cittaducale e a Montereale. Da Filippo II le giunse il privilegio del re che le attribuiva il governo dell’Aquila. Il 16 dicembre 1572 Margherita fece il suo solenne ingresso nella città, insediandosi nel palazzo del capitano, all’uopo ampliato e ristrutturato, in veste di governatrice.
Durante il periodo trascorso a Cittaducale, Margherita diede ulteriori prove delle sue eccellenti capacità amministrative, dando impulso all'economia locale e alla cultura e risolvendo delicate questioni territoriali. A Cittaducale risiedette nel Palazzo della Comunità, che per l'occasione venne ristrutturato dall'architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, mentre nel capoluogo abruzzese trovò residenza nel rinnovato Palazzo che da lei prende il nome, opera di Girolamo Pico Fonticulano.
Tornò ancora per un breve periodo, dal 1579 al 1581 nelle Fiandre, affiancando il figlio Alessandro come governatrice di quel Paese, ma a causa della sua ostilità, Filippo II ne revocò la nomina il 13 dicembre.
Imbarcatasi il 4 novembre, sbarcò a Ortona, acquistata all’inizio del 1582 per 54.000 ducati, dall’indebitato principe di Sulmona. In questa città – dove intendeva soggiornare d’inverno per evitare il freddo dell’Aquila – avviò la costruzione d’un palazzo che degnamente l’accogliesse. I lavori iniziarono il 12 marzo 1584. Ma nel palazzo non ebbe mai modo d’abitare, perché non era ancora ultimato quando, gravemente ammalata, morì a Ortona il 18 gennaio 1586.
La salma – dopo esequie solenni all’Aquila – fu sepolta, come Margherita stessa aveva disposto per testamento, a Piacenza, nella chiesa di S. Sisto, dove, nel transetto sinistro, è tuttora visibile il monumento funebre, iniziato, nel 1593, su disegno di Simone Moschino.
Le piaceva chiamarsi e farsi chiamare "Madama". Per tale motivo il suo palazzo romano, ereditato dai Medici, si chiama Palazzo Madama e per lo stesso motivo ci sono una Villa Madama a Monte Mario ed un paese in provincia di Roma, Castel Madama, dove ogni anno nella seconda settimana di luglio si celebra in suo nome il Palio di Madama Margarita. Anche il palazzo dove risiedette all'Aquila è chiamato ufficialmente Palazzo di Madama Margherita, ma è meglio noto come Palazzo Margherita.
Luoghi principali della vita di Margherita:
- Firenze
- Parma
- Piacenza
- Roma
- L'Aquila
- Ortona
Secondo l’uso del tempo venne adoperata nella ricucitura dei rapporti tra Carlo V e il papa Clemente VII dopo il sacco di Roma. Tra le clausole del trattato di Barcellona del 29 giugno 1529 figurò, infatti, l’impegno ad accasare Margherita – alla cui mano aspirava vanamente anche il marchese di Mantova Federico Gonzaga – con l’allora duca di Penne Alessandro de’ Medici, nipote del pontefice e prossimo duca di Firenze, atto che sostanzialmente legittimò i natali di Margherita. Quando Carlo V, il 20 gennaio 1531, arrivò a Bruxelles, Margherita vide per la prima volta il padre ed ebbe modo di conoscere il futuro sposo.
Il 7 gennaio 1533, ormai destinata a stabilirsi in Italia, Margherita mosse da Bruxelles con un nutrito seguito di dame e cavalieri, paggi, valletti, musici, religiosi: un’autentica spedizione affidata al vescovo di Tournai, Charles de Croy, e alla protezione armata del duca d’Aerschot.
Il viaggio fu rallentato dalla neve e dalla pioggia. A metà aprile giunse nella villa di Cafaggiola, dove le andarono incontro le più elette dame fiorentine insieme con Caterina de’ Medici, la futura regina di Francia. Il 16, attesa alle porte della città da Alessandro de’ Medici, Margherita fece il suo ingresso a Firenze, salutata dalle artiglierie. Per lei si replicò la spettacolare festa dell’Annunciazione e seguirono dieci giorni di spettacoli e attrattive: caccia al toro, palio, partite di calcio, balli, commedie, conviti.
Dopo una sosta a Roma, il 27 maggio 1533 Margherita giunse a Napoli, dove visse per tre anni, in attesa della maturazione dei tempi delle nozze. Fu ospitata nel palazzo del viceré Pietro di Toledo, sotto l’attenta e premurosa tutela della principessa di Sulmona Francesca di Montebello, vedova del viceré Carlo di Lannoy. Ed è questa dama che interpellò Carlo V a proposito della dicitura con la quale Margherita poteva firmare la propria corrispondenza; e l’imperatore, con lettera del 18 agosto, stabilì che M. firmasse come «Margarita d’Austria».