top of page

Patologie urologiche

 

Faremo una veloce carrellata sulle più importanti patologie urologiche che possono interessare la Terza Età.

- Ci sono patologie comuni ai due sessi: il rene e la vescica;

- patologie esclusive del genere maschile: la prostata;

- patologie esclusive del genere femminile: cistiti, incontinenza, prolasso.

 

PATOLOGIE PROSTATICHE (riguardanti l’uomo) possono essere:

- benigne (ipertrofia prostatica,  più correttamente) è un aumento di volume della ghiandola prostatica;

- maligne (tumore prostatico più correttamente ) è nella sua insorgenza, ha un percorso dall’esterno verso l’interno e si sviluppa in una   

                 zona diversa dal benigno.

 

Per una corretta e precoce diagnosi delle patologie della prostata  è necessario avvalersi di alcuni esami: il dosaggio del PSA e/o l'Esplorazione Rettale (ER) e/o l'ecografia prostatica trans-rettale e/o l’esame delle urine.

- Il PSA (Prostatic Specific Antigen) è un normale esame che prevede un prelievo di sangue per individuare i livelli di                       antigene prostatico specifico, una glicoproteina prodotta dalla prostata;

- L'Esplorazione Rettale (ER) è l'accertamento indispensabile per lo studio di qualsiasi patologia alla prostata.                              L'Esplorazione Rettale è un esame semplice grazie al quale l'urologo può individuare l'aumento volumetrico, la                consistenza della prostata e l'eventuale presenza di noduli prostatici sospetti per patologia tumorale.

- L'ecografia prostatica trans-rettale è un banale esame ecografico che permette uno studio dettagliato della prostata. 

- Esame  delle urine permette di evidenziare sia eventuali infezioni delle vie urinarie in corso, sia la presenza di sangue                 che può essere indicatore di altre patologie.

 

I sintomi sono di due tipi:

1- ostruttivo: difficoltà a cominciare la minzione, intermittenza di emissione del flusso, incompleto svuotamento della                         vescica, flusso urinario debole,  sforzo nella minzione.

2- irritativo: frequenza nell'urinare (pollachiuria),  nicturia, cioè un aumentato bisogno durante la notte, urgenza                                 minzionale (la necessità impellente di svuotare la vescica), bruciore a urinare.

 

La terapia ovviamente sarà diversa se siamo di fronte ad una patologia:

a- Benigna: si inizia con trattamento medico con alfa bloccanti, inibitori della 5α-reduttasi, erbe medicinali, ecc…

    In caso di fallimento del trattamento medico, e quando si è in presenza di una riduzione della qualità della vita,  può rendersi          necessario un trattamento chirurgico con il TURP ed altre tecniche che comportano l'impiego del laser (TVP, VLAP,  TUMT,        TUNA).

b- Maligna: terapia chirurgica negli stadi iniziali (I e II)  del tumore e quando le condizioni generali del paziente lo                                permettono, che consiste nella rimozione radicale della prostata. Questa terapia permette un'ottima prognosi con un tasso di        sopravvivenza a 10 anni che si aggira sul 90% anche se a volte può causare complicanze quali disfunzione erettile (circa il          60%) e più raramente incontinenza urinaria (circa il 7%);

c- Radioterapia,  che risulta essere un trattamento efficace, specie negli stadi iniziali del tumore alla prostata.

d-Trattamento Ormonale, nel caso in cui non sussistano le condizioni generali e/o locali per una terapia chirurgica o                          radioterapica o la malattia sia ormai sistemica vi è la possibilità di eseguire efficacemente un trattamento ormonale anti-                  androgenico con farmaci che agiscono sia centralmente (analoghi LHRH) che perifericamente.

 

Prevenzione e diagnosi precoce

E' auspicabile che l'urologo venga interpellato e consultato dagli uomini di tutte le età e non solo da chi ha superato i 50 anni, sia a scopo preventivo e di monitoraggio che qualora insorgano disturbi alle vie urinarie e genitali: l'Urologo è lo specialista a cui rivolgersi per la salute del proprio apparato urogenitale.E' indispensabile però che il paziente si affidi all'urologo con fiducia e senza particolari ritrosie o pudori che spesso non fanno altro che ostacolare e ritardare il buon operato del medico.Un semplice esame del sangue, un’esplorazione rettale eseguita da mani esperte ed eventualmente un’ecografia prostatica trans-rettale, possono in molti casi essere sufficienti a diagnosticare precocemente le patologie della prostata e migliorarne di conseguenza la terapia e l’evoluzione.  

 

Soprattutto  nel caso di un tumore della prostata una diagnosi precoce può significare una guarigione completa dalla malattia. Pertanto il compito dello specialista non è tanto quello di richiedere il Test PSA, ma piuttosto interpretare il valore di quest’ultimo nel contesto del quadro clinico. L’urologo non potrà forse evitare che insorga la malattia prostatica ma può sicuramente fare in modo che sia curata prontamente e nella maniera più efficace!

Nella chirurgia prostatica si può intervenire con la labaroscopia tradizionale e/o con la labaroscopia robotica assistita.

Esaminando  questo secondo modo c’è da precisare:

- L’intervento è molto più costoso;

- Per il chirurgo è più comodo, più “tecnologicamente avanzato”;

- Per il paziente non ci sono  vantaggi sostanziali.

Alla luce di queste considerazioni la labaroscopia robotica assistita non ha portato miglioramenti nella chirurgia prostatica.

 

PATOLOGIE (riguardanti la donna) sono:

 

  • Cistiti: sono un processo infiammatorio di natura infettiva a carico  del tratto urinario o di parte di esso. L’infezione  si realizza quando c'è  uno squilibrio tra meccanismi di difesa dell'ospite e meccanismi di attacco del batterio e la presenza di fattori favorenti  l'infezione.

Terapia: igiene intima a tutto tondo, rispristino flora batterica vaginale, uso di farmaci a base di erbe, eliminazione di cibi irritanti, e un corretto ricorso agli antibiotici.

  • Prolasso: è la discesa verso il basso della vagina, dell’ utero, della vescica, del retto ed eventualmente delle anse intestinali ed è uno dei disordini più frustranti ed imbarazzanti che si trova ad affrontare la donna.

La scelta della terapia si basa sul grado di severità del prolasso uterino. Nei casi più lievi, è sufficiente attuare semplici misure di controllo, al fine di mantenere stabile la situazione. Nei casi più gravi, invece, si deve ricorrere a rimedi più invasivi, chirurgia compresa. Le misure preventive, come al solito, sono fondamentali.

  • Incontinenza urinaria: è la perdita involontaria e non controllata di urine in condizioni socialmente non possibili. Questa  condizione clinica  non influenza la durata, ma molto la qualità di vita.

L’ incontinenza urinaria può essere da urgenza, da stress, e mista.

La terapia  prevede 3 possibili trattamenti: riabilitativo, farmacologico, chirurgico.

 

 PATOLOGIE comuni ai due sessi:

I calcoli renali e le coliche, uno dei disturbi urologici più dolorosi, affliggono la specie umana. La maggior parte dei calcoli viene espulsa dal corpo senza che sia necessario alcun intervento medico, ma quelli che provocano sintomi di lunga durata o altre complicazioni possono essere curati usando varie tecniche, che per la maggior parte non comportano alcun intervento chirurgico. ne sono maggiormente soggetti gli uomini in cui l’insorgenza di coliche e calcoli aumenta considerevolmente dopo i quarant’anni e continua ad aumentare fino ai settant’anni.

Per le donne la maggiore insorgenza si registra intorno ai cinquant’anni. Spesso i calcoli renali sono asintomatici, di norma il primo segnale di un calcolo renale è un dolore molto intenso che inizia all’improvviso quando il calcolo si muove nelle vie urinarie e ostruisce il flusso dell’urina. Il paziente sperimenta un dolore molto acuto e crampiforme alla schiena e sui fianchi nella zona del rene, oppure nel basso ventre: si tratta della cosiddetta colica renale. In seguito, il dolore può estendersi verso la zona inguinale.

Per fortuna di solito non è necessario ricorrere all’intervento chirurgico, perchè la maggior parte dei calcoli renali vengono espulsi naturalmente se si beve molta acqua ed assumendo farmaci analgesici, se necessario.

L’intervento chirurgico può rivelarsi necessario per rimuovere il calcolo renale se il cristallo:

- non viene espulso dopo un periodo ragionevole e provoca dolore  e coliche costanti,

- è troppo grande per essere espulso naturalmente, oppure è collocato in posizione difficile,

- ostruisce il flusso dell’urina,

- provoca un’infezione di lunga durata delle vie urinarie,

- danneggia i tessuti renali o provoca un sanguinamento costante,

- si è ingrandito, come si desume dalle radiografie di controllo.

bottom of page