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Quest’opera è un simbolo della società del XX secolo, poiché essa rappresenta lo sciopero dei lavoratori e simboleggia non solo la protesta sociale ma l’affermazione di una nuova classe sociale, il proletariato, che diventa consapevole dei propri diritti nei confronti della società industriale. L’opera inoltre dimostra l’impegno del pittore in ambito sociale: infatti egli pensava che l’artista avesse il compito di educare la popolazione attraverso le proprie opere. Nel quadro viene raffigurato un gruppo di braccianti che marciano in segno di protesta su una piazza. In primo piano, davanti alla folla in protesta, sono definiti tre soggetti, due uomini ed una donna con un bambino in braccio. Le figure sono poste una a fianco all’altra: questo schieramento simboleggia l’uguaglianza e la solidarietà tra di esse, esaltata maggiormente dalla presenza di una figura femminile, ed inoltre, insieme alla compattezza delle figure, dà un forte senso di realismo all’immagine, che sembra davvero presa da un episodio di protesta sociale. La composizione del dipinto rende perfettamente l'idea di una massa in movimento.

 

 

PELLIZZA da VOLPEDO

Giuseppe Pellizza (Volpedo, 28 luglio 1868 – Volpedo, 14 giugno 1907) è stato un pittore italiano, dapprima divisionista, poi esponente della corrente sociale, autore del celeberrimo  Il Quarto Stato, divenuta una perfetta allegoria del mondo del lavoro subordinato e delle sue battaglie politico-sindacali.

Dopo un deludente periodo romano, ritornò a Volpedo, allo scopo di dedicarsi alla pittura dal vero attraverso lo studio della natura. Richiamato a Roma, sembrava l'inizio di un nuovo periodo favorevole, in cui finalmente l'ambiente artistico e letterario riconosceva i temi delle sue opere. Ma l'improvvisa morte della moglie, nel 1907, gettò l'artista in una profonda crisi depressiva. Il 14 giugno dello stesso anno, non ancora quarantenne, si suicidò, impiccandosi nel suo studio di Volpedo.

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