Due mamme all’interno di una stalla che, silenziosamente, stanno una vicina all’altra nella notte. La prima è una madre addormentata, seduta su uno sgabello, tiene tra le braccia un bambino grassottello, pure lui addormentato. La mamma ha un viso bellissimo, una faccia tenera e buona, trasmette tanto affetto, anche nel modo in cui tiene sulle ginocchia suo figlio. Vicino c’è una strana “amica”, una mucca a chiazze nere, pacifica e sonnolenta, con il muso rivolto nella mangiatoia; anche lei ha il suo cucciolo affianco, un vitellino tenero, con il musetto che poggia sulla paglia calda e dorata. Tutta la scena è illuminata da una lanterna che regala una sensazione quasi magica, accogliente, come se scaldasse tutti personaggi in una notte invernale nell’angolo più segreto della stalla. Una sensazione molto dolce.
Il tema della madre con il figlio può essere considerato un fil rouge nel corso di tutta l'opera dell'artista. Alla maternità come legame profondo dell'uomo con la natura sono dedicati due dipinti dal titolo Le due madri: il primo, del 1889, è ambientato all'interno di una stalla dove il calore della paglia riscalda una mucca col proprio vitellino che riposa con la testa sulla zampa della madre, mentre un neonato si addormenta fra le braccia di sua madre. Nel secondo, posteriore di dieci anni, una madre percorre un sentiero montuoso col proprio figlio seguita da una pecora con il proprio agnello. In queste opere appare esplicita la profonda similitudine tra il mondo umano e quello animale, tematica centrale della poetica segantiniana.
SEGANTINI
Giovanni Segantini (Arco, 15 gen. 1858 – monte Schafberg, 28 set. 1899) pittore italiano, tra i massimi esponenti del divisionismo. Nella fase agreste della sua produzione artistica, è evidente l'ispirazione a Millet e alla scuola di Barbizon, per la comunanza sia dei soggetti pastorali rappresentati, sia dell'intonazione religiosa e mistica che conferisce alle sue scene. .
Teofilo Patini (Castel di Sangro, 5 mag. 1840 – Napoli, 16 nov. 1906) pittore italiano.
Da profondo e puro socialista qual era dipinse quadri ritraenti la civiltà contadina abruzzese di fine '800 e primi del secolo scorso, mettendo in rilievo la condizione di povertà della regione e la capacità di resistenza e di sacrificio della popolazione; la pittura fu, oltre che la sua profonda passione, il megafono con il quale urlava al mondo le misere condizioni del suo popolo: megafono che idealmente consegnerà a Ignazio Silone, lo scrittore di Fontamara.
In particolare, tre sue opere ebbero una forte connotazione politica e per questo, idealmente, vengono considerate come facenti parte di una "trilogia sociale": Vanga e latte, L'erede e Bestie da soma.
PATINI
Scena tanto realista quanto esplicita della dura vita condotta dalle donne della seconda metà dell'Ottocento abruzzese. Viene ritratto un momento di riposo di tre donne, una delle quali in piedi in evidente stato gravidico, intente a trasportare legna raccolta quale provvista per l'inverno. L'opera si caratterizza per il forte contenuto di denuncia sociale delle condizioni di vita femminili, come del resto il titolo del dipinto descrive.