SISTEMA BANCARIO
Cenni storici
Nel nostro primo incontro abbiamo parlato del mercato dei capitali, dove affluiscono risorse finanziarie, generando uno spostamento di capitali da dove c’è un surplus (prodotto da famiglie e/o imprese) a dove c’è un deficit.
Abbiamo distinto:
- il mercato monetario, dove affluiscono capitali a breve scadenza;
- il mercato finanziario, dove l’oggetto delle contrattazioni è rappresentato maggiormente
da valori immobiliari e titoli di stato, ma vi affluiscono anche titoli privati come azioni e/o
obbligazioni;
- e il mercato dei cambi, dove l’oggetto delle trattazioni sono le divise, cioè titoli espressi
in moneta estera.
Poi abbiamo esaminato i fondi comuni di investimento, introdotti in Italia solo dal 1983.
Affinché ci sia questo mercato dei capitali, questi canali di investimento, è necessario la figura di un intermediario, che raccoglie capitali da un lato e li reimpiega da un ‘altra parte. E l’intermediario per eccellenza è la banca, che oggi svolge un ruolo insostituibile per la collettività, con influenza anche sull’economia nazionale, per esempio immettendo o diminuendo liquidità, facendo o frenando prestiti per investimenti e stimolare così la produzione e la distribuzione del reddito.
Le banche, imprese/organizzazioni economiche composte da risorse materiali e risorse umane, quest’ultima insostituibile, sono di diverso tipo:
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Con finalità direttamente economiche (massimizzare il reddito);
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Con finalità extraeconomiche (mutualità-socialità-incentivazione alla formazione del reddito-interventi di prestito per le categorie meno abbienti), e cmq il concetto di economicità è sempre ben presente.
Le origini
Le origini della banca si fanno risalire al IV millennio a.c.: nell’impero assiro-babilonese, banchieri erano i sacerdoti che conservavano in luoghi sacri, nei templi, i tesori dello Stato prima, e poi anche quello dei privati.
Si trattava dunque di un deposito regolare: cioè dovevano restituire quanto era stato depositato, a fronte di un pagamento per la custodia.
Avendo con il tempo accumulate risorse, hanno cominciato a concedere prestiti, facendo così intravvedere la funzione creditizia.
Alla caduta dell’impero assiro-babilonese questo embrione di funzione creditizia fu continuata dapprima dagli ebrei che ritornati liberi in patria ‘sfruttarono’ le conoscenze ‘tecniche’ apprese durante la deportazione a Babilonia; poi dai Greci che oltre alla custodia dei beni cominciarono anche a concedere prestiti: trapeza infatti indicava il tavolo-banco dietro il quale operavano i primi cambiavalute nell’antica Grecia. Tale attività poteva essere svolta sia da privati che potevano disporre di grandi fortune personali, sia nei templi/santuari dove i sacerdoti facevano fruttare il denaro delle offerte accordando prestiti ai privati o alle città-stato.
Nel tempo questa attività si trasformò ancora: da deposito regolare (babilonesi ed ebrei, che custodivano e poi riconsegnavano) a deposito irregolare (custodivano e prestavano, pagando qualcosa al depositante per l’uso che questi permetteva di farne).
Ed è qui che nasce la funzione creditizia della banca così come è intesa oggi.
I greci hanno anche ‘scoperto’ la moneta scritturale (moneta non materiale, che esiste solo nelle registrazioni contabili, e che può essere utilizzata come mezzo di pagamento per esempio attraverso assegni bancari, redazione di bilanci, emissione di titoli, quotazioni azionarie etc.).
L’attività creditizia dei greci crebbe di pari passo con lo svilupparsi dei commerci, ed anche i romani ne ereditarono lo svolgimento (quindi funzione creditizia, funzione monetaria, funzione scritturale), creando una funzione che si può equiparare agli assegni di oggi e in più facevano anche azioni speculative.
Al tempo dei romani i ‘banchieri’ presero nomi diversi a seconda della specifica attività svolta:
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argentari, nummerari (che erano banche private),
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e mensari (che invece erano banche pubbliche).
Con la caduta dell’impero romano l’attività bancaria si ridusse enormemente e stagnò, riprendendosi intorno al millennio (MedioEvo) ad opera dei capsores (cambiavalute) i quali stabilivano il valore di una moneta (mediante “assaggio”), e raggiunsero grande importanza fino al XIV secolo in concomitanza dello sviluppo delle nostre repubbliche marinare.
Caratteristica di questo periodo fu che ogni banca sviluppò una propria moneta: fiorino, scudo, ducato, reale, baiocco, , ecc…
Data la concorrenza le banche si sono dovute riorganizzare per offrire più e diversi servizi alla clientela, e che potevano essere:
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di tipo tradizionale: incasso effetti, incasso Riba, locazione, cassette di sicurezza.
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di tipo innovativo: consulenza, gestione patrimonio, partecipazione al capitale di impresa per risanamento e/o finanziamento, trasmissione di impulsi alla politica economica attraverso la leva monetaria modificando il costo, l’ampiezza, la durata degli investimenti.
La banca in Italia
Dall’unità d’Italia al 1926 non ci fu nessuna normativa, ma era tutto riferito al diritto privato. Nel 1926 ci fu la prima, semplice legge bancaria: l’emissione dei biglietti fu riservata alla sola Banca d’Italia, mentre in precedenza era appannaggio anche della Banca di Sicilia e del Banco di Napoli.
Conseguenza del fatto che il nostro sistema bancario era di tipo misto (erogazione di molti servizi con raccolta di risparmio a breve, medio e lungo termine) risentì enormemente della grande crisi del 1929 con il fallimento di molte banche.
A questo punto interviene lo Stato con l’IMI (1931- per il Credito Industriale); l’IRI (1933-per il risanamento bancario).
Ma non fu sufficiente, ed allora nel 1936 si fece la prima legge bancaria in Italia, precisando alcuni punti:
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l’attività della banca è di interesse pubblico, e la sua specializzazione in senso istituzionale può essere privata o pubblica;
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per la sua specializzazione temporale può essere suddivisa in banche di credito ordinario (a breve termine), e banche di credito industriale (a medio e lungo termine) e fra queste hanno avuto un ruolo particolare le tre B.I.N. (Banca Commerciale-Banco di Roma-Credito Italiano).
In questa prima legge bancaria grande importanza assume la Banca Centrale, con compitidi emissione, di controllo, di vigilanza, vendita/acquisto titoli per la stabilità dei prezzi. .
Anni ’80-’90: grandi cambiamenti sullo scenario internazionale, anche per effetto della globalizzazione, rapidi cambiamenti politici, rivoluzione nel settore della telematica, dell’informatica, offerta di prodotti finanziari nuovi. Per fronteggiare tutto questo la legge del 1936 non era più adatta, e si mise mano al riordino del settore bancario con il Testo Unico Bancario del 1993 (T.U.B.). Ancora un altro adeguamento con Maastricht e la nascita della BCE: il suo ruolo di banca Centrale determina la politica finanziaria e monetaria dell’Unione Europea
Cenni storici sulle remissioni (annullamenti dei debiti) a seguito di mancati pagamenti
per depositi. Sistema embrionale bancario (XV-XX secolo A.C.)
Il tutto comincia nell’antica Babilonia, XVIII secolo a.C. A quel tempo i contadini depositavano il grano in silos governativi e in cambio ricevevano dei certificati di deposito (tavolette di argilla) che in seguito si trasformarono in comune moneta di scambio. I gestori dei certificati alla fine si convertirono in banchieri ed iniziarono a prestare ad interesse, usando un sistema di riserva frazionaria e, analogamente agli accadimenti odierni, ad un certo punto accadde che l’ammontare del debito superasse di molto il grano disponibile nei silos. Fu allora che il re Rim-Sin decretò la remissione, il perdono, dei debiti, pur se il suo vero intento era esclusivamente di ordine militare, infatti, il suo esercito reclutava soltanto contadini possidenti terrieri liberi: se li avesse rovinati tutti essi sarebbero stati costretti a vendersi.
Durante il regno di Hammurabi, gli storici hanno trovato la traccia incontestabile di quattro annullamenti generali del debito (nel 1792, 1780, 1771 e 1762 A. C.).
Gli annullamenti generali del debito si sono susseguiti in Mesopotamia per 1000 anni.
Le proclamazioni di annullamenti generali dei debiti non si limitarono al regno di Hammurabi: cominciarono prima di lui e si prolungarono dopo di lui. C’è la prova di annullamenti del debito che risalgono all’anno 2400 A. C., cioè sei secoli prima del regno di Hammurabi, nella città di Lagash (Sumer), i più recenti risalgono al 1400 A. C., a Nuzi. In totale, gli storici hanno identificato con precisione una trentina di annullamenti generali del debito in Mesopotamia tra il 2400 e il 1400 A. C.
Gli annullamenti generali del debito costituiscono una delle caratteristiche principali delle società dell’Età del Bronzo in Mesopotamia.
A partire dall’VIII secolo avanti Cristo si trovano anche in Egitto proclamazioni di annullamento dei debiti e di liberazione degli schiavi per debiti. Una delle motivazioni fondamentali degli annullamenti del debito era che il faraone voleva disporre di una classe contadina capace di produrre sufficienti alimenti e disponibile quando fosse necessario per campagne militari. Per queste due ragioni, era necessario evitare che i contadini fossero espulsi dalle loro terre a causa dell’influenza dei creditori.
Lo stesso successe a Gerusalemme, nel V secolo avanti Cristo. Come prova, nel 432 avanti Cristo, Neemia, certamente influenzato dall’antica tradizione mesopotamica, proclama l’annullamento dei debiti degli ebrei indebitati verso i loro ricchi compatrioti. È a quell’epoca che si redige la Torah. La tradizione degli annullamenti generalizzati del debito farà parte della religione ebraica e tramite il Levitico si proclama l’obbligo di annullare i debiti ogni sette anni e in ogni giubileo, cioè ogni 50 anni.
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